(frettolosa e fantasiosa ministoria di tribolazioni, ingenuità, delusioni e brevi felicità)
Il creato é stato la più colossale, inimmaginabile opera del più grande "Creativo" che mente umana abbia pensato. L'amino acido il protozoo con le loro "catene" possono spiegare solo la materia con la quale si e' espresso il primo grande AUTORE. Dopo 2000 anni la Scienza e' riuscita a penetrare nell'atomo ed ha scomporlo (per ironia della sorte, atomo significa "indivisibile") ma non nasconde la sorpresa di fronte al bambino che dice mamma.
La "scintilla" che Egli infuse col suo soffio di vita nella creazione dell'uomo rimane ancora il miracolo più grande e misterioso.
Quel soffio di vita fu il primo enorme esempio di animazione sulla terra : un miracolo grandioso se consideriamo che presero forma e vita le creature più strane, dai micro organismi unicellulari fino alle specie più complesse ed evolute capaci di reggersi nell'aria, di vivere nell'acqua, di strisciare o correre sulla terra. E che dire dell'istinto di riproduzione, di conservazione e di adattamento con cui fu immediatamente possibile provvedere autonomamente a sopravvivere ? Tale istinto permise di riconoscersi, di aggregarsi, di organizzarsi a seconda del proprio "stato" animale. Fra gli animali, l'uomo, la creatura più complessa dotata non solo di istinto ma anche di intelligenza superiore. All' uomo il grande Autore affido' il destino della terra.
Immaginiamo di trovare subito questo nostro preistorico antenato già alle prese con problemi non facili quali quello di procacciarsi il cibo, di difendersi dalle bestie feroci, di trovare un luogo coperto dove rifugiarsi. Obbligatori la caccia e la pesca tutti i giorni per sfamarsi. Se la fame aguzza l'ingegno, fu l'intelligenza di un creativo a fare di una pietra un'arma adatta alla caccia, di un bastone una clava. Su quel primitivo "inventore" si era posato in modo particolare il soffio e l'amore di Dio. Il grande Autore aveva voluto donare alla Terra una creatura diversa, sensibile e ricca di curiosità mai spente.
Quella creatura diede presto i segni del proprio ingegno distinguendosi nel creare anche piccoli giochi per i bambini oppure oggetti di uso comune come la tazza per bere ricavandola da un tronco di legno scavato con fatica da pietre aguzze. Una volta lo scoprirono mentre tracciava sulla liscia parete di pietra in una caverna dove era solito rifugiarsi, una figura elementare di uomo circondato da animali. Fu visto anche mentre aspettava il sorgere del sole, muto, in ginocchio con l'occhio fisso ad oriente a spiare il primo, tremulo brivido di luce impotente a trovare le risposte alle tante domande che urgevano nella sua mente. Una mattina, mentre era in attesa del sole lo sentirono emettere un lungo grido che si spense in un soffio.
Sorpreso, ci riprovo' facendo il primo tentativo di modulare, costringendo la voce ad abbassarsi per poi alzarsi lentamente verso l'acuto. Sgraziato in un primo tempo e stordito dall'emozione di quel suono che irrompeva come torrente nella piana deserta, capi' di aver trovato il modo di salutare il sole con una maggiore partecipazione del proprio corpo. Desto' fra i suoi compagni, curiosità e interesse. Qualcuno cercò di imitarlo. Ma l'imitazione fu priva di riconoscimenti. Come "lui" nessuno salutava il sole e fu cosi' che un mattino dove era solito recarsi ad attendere l'alba, trovo' qualcuno che lo stava aspettando.
E il giorno dopo altri si dettero appuntamento spinti dalla curiosità di quell'insolito fatto. Forse il primo Cantautore nacque cosi' e quando qualcuno, spontaneamente, gli offri' una focaccia come ricompensa, quel nostro antenato capi' che poteva fare a meno da quel momento di andare a caccia e a pesca. Una notte, mentre stentava ad addormentarsi, penso' di dedicare alla luna ciò che lo aveva reso celebre con il sole : cosi' si assicuro' una focaccia anche per la sera. Un suo amico, alla fine di una giornata faticosa per aver cacciato a lungo, suscito' interesse e risa quando volle mimare con gesti, salti e grugniti, le fasi della cattura di un grosso animale. Qualcuno lo prego' di ripetere la scena tanto si era divertito e lui fu ancor piu' bravo e convincente. Fu anche molto esplicito nel chiedere una focaccia come avveniva già per il "cantautore". Gliela procurarono e subito qualcuno, invidioso, disse : ecco un altro che non andrà più a caccia . . .
Forse il primo modello di rappresentazione scenica nacque cosi' per opera del primo autore - attore. Il binomio CREAZIONE - FOCACCIA, cioè il cibo come compenso per il creativo, divenne regola per tutti i futuri autori, costretti a suonare, cantare, recitare, ballare e divertire in cambio della minestra, agli ordini di padroni qualche volta generosi, spesso ingrati e sempre più esigenti, in cambio del tozzo di pane. Ciò che nessuno poté togliere al nostro antenato fu la simpatia e l'ammirazione della gente semplice e soprattutto l'amore delle donne. Esse si innamoravano perdutamente di quei tipi un po' strani, dai modi gentili e dal parlar diverso, prese quasi da incantamento dalle suadenti e tenere parole d'amore. Due furono i fatti principali che cominciarono a condizionare i creativi allora come conseguenza dell'evoluzione del pensiero umano. Il terrore della morte che indusse il concetto di divinità negli uomini, quindi il bisogno di "credere" e di inventare un rituale che appagasse lo spirito e la fantasia. Canti religiosi e propiziatori accompagnarono le funzioni pubbliche. La parola religione significa proprio " relazione delle varie società umane, in funzione mitica, etica e salvifica, con il mondo divino ".
Il secondo fatto e' la creazione dello Stato, l'organizzazione politica e sociale di un gruppo di persone stanziato stabilmente su di un territorio. Questi due " poteri " hanno sempre in qualche modo condizionato i creativi. Nel bene e nel male. Nel bene quando ebbero protezione e incitamento. Nel male quando gli stessi protettori li vollero piegare ai loro fini di potere intervenendo sulla loro libera creatività, condizionandola agli obiettivi politici e temporali del momento. Titiro e la sua "fistula" sono un raro momento di indipendenza creativa. Nella notte dei tempi due potenti fari illuminano il mondo di allora : la polis greca e l'urbs romana. I creativi diventano sempre più importanti, anzi immortali.